Introduzione:
Tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, ci sono state significative innovazioni normative sia a livello europeo che nazionale, con importanti conseguenze per la tutela del “Made in Italy”, soprattutto nel settore agroalimentare. Questo sviluppo mira a rafforzare la protezione dei prodotti italiani di qualità, puntando a garantire una tutela omogenea e coerente in tutta l’Unione Europea. Gli sviluppi includono il Regolamento (UE) 2024/1143 sui regimi di qualità dei prodotti agroalimentari e il Regolamento (UE) 2023/2411 sulla protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali.
Le novità normative: tutela dei prodotti agroalimentari e non agroalimentari:
A livello europeo, i nuovi regolamenti si inseriscono nel più ampio quadro di armonizzazione delle normative sulla proprietà intellettuale, garantendo una tutela efficace delle indicazioni geografiche.
Il nuovo Regolamento sui regimi di qualità dei prodotti agroalimentari (UE) 2024/1143:
Questo regolamento rappresenta un importante passo avanti per la protezione dei prodotti agroalimentari di qualità, includendo vini, bevande spiritose e altri prodotti agricoli. L’obiettivo principale è unificare la protezione delle indicazioni geografiche dei diversi prodotti agroalimentari, superando la frammentazione normativa che aveva portato a interpretazioni incoerenti e a protezioni disomogenee in passato.
Prima dell’entrata in vigore del nuovo regolamento, le norme europee differenziavano la tutela tra i diversi settori (vini, bevande spiritose, prodotti alimentari). Questa distinzione aveva causato problemi interpretativi, specialmente a livello nazionale, dove i tribunali si trovavano spesso in difficoltà a garantire una protezione uniforme. Il nuovo regolamento mira a risolvere queste incoerenze, allineando la protezione delle indicazioni geografiche in un unico quadro normativo.
Ad esempio, la Corte di Giustizia Europea, in alcune pronunce, aveva già chiarito che le normative sui prodotti vitivinicoli e agroalimentari dovessero essere interpretate in modo coerente. Tuttavia, alcuni tribunali nazionali, come la Corte di Cassazione italiana, avevano emesso sentenze contraddittorie, creando insicurezza giuridica. Il regolamento del 2024 si propone di risolvere questi problemi, stabilendo criteri chiari e uniformi per la protezione delle indicazioni geografiche.
Principali innovazioni del Regolamento 2024/1143:
Il regolamento rafforza la protezione dei toponimi registrati, ampliando le categorie di violazioni che possono compromettere la reputazione di una DOP o IGP. In particolare:
- Estensione della protezione: il regolamento vieta l’uso improprio dei toponimi registrati, anche quando non viene utilizzato direttamente il nome, ma si sfrutta in modo indiretto la reputazione del prodotto protetto. Questa novità si applica anche al marketing online e ai nomi di dominio su internet, ampliando significativamente il raggio d’azione delle tutele.
- Tutela della reputazione: il regolamento proibisce qualsiasi pratica che possa “sfruttare, indebolire o danneggiare” la reputazione dei prodotti DOP e IGP, anche in casi di concorrenza indiretta.
- Norma anti-“Prosek”: introdotta per evitare confusione tra prodotti generici e IG protette, come il caso del vino croato “Prosek” che aveva sollevato preoccupazioni di confusione con il Prosecco italiano.
Ruolo dei produttori e delle comunità locali:
Il nuovo regolamento introduce una visione più ampia della sostenibilità, coinvolgendo i produttori nella gestione collettiva delle indicazioni geografiche. Le comunità di produttori diventano attori fondamentali per garantire non solo la qualità del prodotto, ma anche la sostenibilità economica, sociale e ambientale.
Il regolamento permette ai consorzi di produttori di assumere decisioni vincolanti per tutti gli operatori del settore, orientate all’adozione di pratiche sostenibili. Questo coinvolgimento diretto consente di affrontare questioni cruciali come il cambiamento climatico, la protezione della biodiversità, l’uso sostenibile delle risorse naturali, e la promozione di pratiche agricole che riducano l’uso di pesticidi e antibiotici.
Inoltre, viene data particolare attenzione alle esigenze di salute pubblica e al benessere animale, incentivando l’adozione di metodi di produzione che migliorino le condizioni di vita degli animali e promuovano un equilibrio tra sostenibilità ambientale ed economica.
Il nuovo Regolamento UE 2023/2411 sulle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali:
Questa normativa rappresenta un’innovazione significativa, estendendo la protezione delle IG oltre il settore agroalimentare, ai prodotti artigianali e industriali come tessuti, ceramiche, vetro e gioielli. Il regolamento si propone di valorizzare i prodotti che rappresentano il know-how locale e la tradizione manifatturiera di determinate regioni.
Contenuti principali:
- Definizione dei prodotti protetti: si tratta di prodotti artigianali o industriali che, pur essendo realizzati con l’ausilio di macchine, devono mantenere una connessione con la loro origine geografica, sia in termini di qualità che di reputazione.
- Iter di registrazione: la procedura di registrazione delle IG artigianali è simile a quella prevista per i prodotti agroalimentari, ma con una maggiore responsabilità affidata all’EUIPO (Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale). Gli Stati membri possono scegliere di non intervenire, permettendo all’EUIPO di gestire l’intero processo.
- Autodichiarazione e controlli: i produttori devono garantire che i loro prodotti siano conformi al disciplinare, attraverso un sistema di autodichiarazione aggiornato ogni tre anni. Non è obbligatorio l’intervento di enti certificatori di parte terza, a meno che i produttori non lo desiderino per garantire maggiore credibilità.
Il difficile raccordo con la normativa nazionale (Legge 206/2023):
La legge italiana 206/2023 ha introdotto un sistema di tutela delle IG per i prodotti non agroalimentari a livello nazionale, con l’obiettivo di valorizzare il “Made in Italy”. Tuttavia, l’approvazione del regolamento europeo rende problematico mantenere un sistema nazionale separato. La normativa UE prevede infatti che, dal 2026, solo i toponimi registrati a livello europeo possano godere di protezione.
Questo crea una possibile sovrapposizione tra le normative nazionali e quelle europee. La legge italiana rischia di essere superata, poiché la tutela delle IG deve essere gestita esclusivamente a livello europeo, come dimostrano precedenti giurisprudenziali sulla tutela dei marchi e delle indicazioni geografiche nel settore agroalimentare. Un sistema nazionale separato, infatti, creerebbe conflitti di competenza con il regolamento UE e potrebbe dare origine a procedure di infrazione da parte della Commissione europea.
Conclusioni:
Le nuove normative, sia a livello europeo che nazionale, segnano un passo avanti significativo nella protezione del “Made in Italy” e delle indicazioni geografiche. L’intento principale è quello di garantire una protezione efficace dei prodotti che rappresentano l’eccellenza del territorio, sia in ambito agroalimentare che artigianale e industriale.
Tuttavia, le differenze tra le normative europee e nazionali richiedono una particolare attenzione per evitare conflitti giuridici. In particolare, la legge italiana 206/2023 dovrà essere attentamente coordinata con il regolamento UE 2023/2411, per evitare che i due sistemi di tutela entrino in contrasto.
In generale, il quadro normativo sembra orientato verso una maggiore protezione delle IG, non solo dal punto di vista commerciale, ma anche sociale e ambientale, riconoscendo l’importanza delle comunità locali e delle loro tradizioni produttive. Le nuove regolamentazioni puntano a un equilibrio tra protezione della qualità, sviluppo economico locale e sostenibilità, in un contesto sempre più integrato a livello europeo.